Veronica Gonzalez | Peculiarità della terminologia IP
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Peculiarità della terminologia IP

Peculiarità della terminologia IP

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Da tempo desideravo pubblicare questo articolo che ho scritto 14 anni fa, quando lavoravo come tirocinante presso il Servizio di Traduzione della Commissione Europea in Lussemburgo. È stato un anno molto proficuo, ho imparato molto dai miei colleghi e dal mio capo, Josep Bonet, ma dicono che ho insegnato molto anche a loro con il mio discorso sulla proprietà industriale. All’epoca avevo appena terminato il mio Master in Brevetti, Marchi, Disegni e Diritti d’Autore presso l’Università di Alicante e conoscevo molto bene i problemi terminologici che devono affrontare i traduttori della Commissione Europea, del Parlamento Europeo e, soprattutto, del Centro di Traduzione di Lussemburgo, che traduce per l’UAMI, l’Ufficio di Registrazione dei Marchi e dei Disegni Comunitari con sede ad Alicante, la mia città.

Ti lascio con questo articolo, anche se devo dirti che qualcosa è cambiato e cioè che da qualche anno non esiste più una distinzione, terminologica, tra disegni industriali e modelli industriali, anche se esiste una distinzione concettuale. Lo spagnolo ha adottato il termine speculare inglese “design” e ora parla di “diseño” per indicare il “design”.

Peculiarità della terminologia IP

I diritti di proprietà industriale sono poco conosciuti perché sono relativamente moderni e rientrano in un’area molto specifica del diritto commerciale che, a sua volta, è inquadrata nel diritto internazionale privato. In questo breve spazio non sarò in grado di spiegare il contenuto delle diverse leggi con le loro difficoltà aggiunte dalla common law inglese e dalla common law spagnola di influenza napoleonica, ma spero di chiarire alcuni concetti chiave che aiuteranno il traduttore quando li affronterà.

Proprietà industriale o proprietà intellettuale?

La legge sui brevetti1 indica chiaramente che i titoli di proprietà industriale si riferiscono solo ed esclusivamente alle applicazioni industriali e non hanno nulla a che fare con la proprietà intellettuale. In particolare, l’articolo 1 stabilisce che “per la protezione delle invenzioni industriali, i seguenti titoli di proprietà industriale sono concessi in conformità alle disposizioni della presente legge: a) brevetti per invenzioni e b) certificati di protezione dei modelli di utilità”.

Tuttavia, a volte ci si imbatte nel termine “proprietà intellettuale” che si riferisce specificamente alla “proprietà industriale”. In questo caso si tratta di un termine che comprende sia la proprietà industriale che il diritto d’autore. In breve, per “proprietà industriale” avremo due parole inglesi: industrial property e intellectual property, il cui uso dipenderà dalla precisione che vogliamo ottenere, e per “proprietà intellettuale”, copyright. Sia ben chiaro che in spagnolo “intellettuale” si riferisce alle “creazioni della mente”, mentre “industriale” si riferisce alle “creazioni di forme e oggetti”.

Proprietà industriale

Approfondiamo ora i diritti di proprietà industriale, che comprendono brevetti, modelli di utilità, brevetti segreti, marchi, disegni industriali, nomi commerciali, insegne commerciali, topografie di prodotti a semiconduttori, varietà vegetali, depositi di microrganismi e denominazioni di origine. Tra questi, sceglieremo solo quelli che presentano un problema significativo nella ricerca del termine corrispondente nella dualità inglese-spagnolo. Iniziamo con i marchi.

Marchio: marchio, marchio commerciale, marchio registrato

A volte ci si imbatte nel termine“marchio” come termine generale per indicare ciò che la Legge 32/982 all’articolo 1 definisce: “qualsiasi segno o mezzo che distingua o serva a distinguere sul mercato i prodotti o i servizi di una persona dai prodotti o servizi identici o simili di un’altra persona”. La legge stessa distingue tra “marchio di prodotto” -marchio o marchio commerciale-[PowerPC® è un marchio registrato di IBM Corporation utilizzato su licenza (marchio di prodotto registrato)] e “marchio di servizio” -marchiodi servizio-[IRIDIUM® è un marchio registrato e un marchio di servizio di Iridium LLC (marchio di servizio registrato)]. Occorre inoltre tenere presente che il marchio attraversa diverse fasi, dalla richiesta alla concessione. In quest’ultimo caso, il marchio sarà unmarchio registrato. Ecco perché a volte, e sempre più spesso, vediamo i seguenti simboli:

®: per il marchio registrato

™: per l’applicazione del marchio del prodotto

SM: per la richiesta di marchio di servizio.

Non bisogna nemmeno dimenticare che esistono diversi tipi di marchi, a seconda del titolare del diritto:marchi individuali,collettivi (marchi collettivi o marchi di fabbrica collettivi) emarchi di certificazione. Questi ultimi sono segni o mezzi che certificano le caratteristiche comuni, in particolare la qualità, i componenti e l’origine, di prodotti o servizi prodotti o distribuiti da persone debitamente autorizzate e controllate dal titolare del marchio.

Marchi noti e marchi famosi

Per quanto riguarda il regolamento sul marchio comunitario3ritengo opportuno evidenziare due termini caratteristici in cui un errore di traduzione porterebbe il giudice a dare un giudizio errato, in caso di controversie in cui si debba dimostrare il grado di popolarità del marchio. È quindi necessario essere chiari sui concetti di“marchio notoriamente conosciuto“, ovvero il marchio noto ai consumatori della classe di prodotti o servizi a cui si applica (ad esempio “Danone” nel settore alimentare e più specificamente in quello dei prodotti lattiero-caseari) e di“marchio rinomato” ovvero il marchio conosciuto da diversi gruppi di consumatori in diversi mercati e non solo all’interno del suo gruppo (ad esempio “Coca-Cola”).

Progetti: progetti o disegni e modelli?4

La terminologia in questo caso è stata chiarita dal Regolamento 40/94, che specifica che non si deve usare “disegni” ma “progetti” per riferirsi ai disegni, quando si parla di titoli di proprietà industriale che proteggono ornamenti o forme fantasiose dei prodotti. La legislazione spagnola non prevede questo termine come titolo di proprietà industriale. La particolarità del termine inglese designs è che si riferisce sia a forme bidimensionali che tridimensionali, mentre in spagnolo c’è una palese differenza terminologica: “dibujos” per i primi e “modelos industriales” per i secondi.

Brevetti e modelli di utilità

Secondo l’articolo 4 della Legge sui brevetti: “Le invenzioni brevettabili sono nuova attività inventiva che comporti un’attività inventiva e che sia suscettibile di applicazione industriale“. Il termine “brevetto” trova il suo equivalente nel brevetto inglese, mentre nel caso del “modello di utilità”, nel diritto comune si può scegliere tra brevetto minore, modello di utilità e brevetto di utilità. La differenza fondamentale tra brevetto e modello di utilità risiede essenzialmente nell’ambito di applicazione (internazionale/nazionale) e nella durata (20 anni/10 anni) della protezione e nella portata inventiva (ovvia/molto ovvia per una persona esperta del settore). Va sottolineato che il modello di utilità compare nella legislazione spagnola a partire da quella tedesca(Gebrauchsmuster) e francese(petit patent, oggi certificat d’utilité) e che oggi è la via più utilizzata dagli imprenditori spagnoli, una gran parte dei quali appartiene a piccole e medie imprese.

Copyright o diritti d’autore ?

Quest “ultimo termine inglese non è facile da usare per il traduttore o il terminologo, anche se la difficoltà dipende dalla lingua di partenza. Nel diritto anglosassone si parla di copyright, mentre in francese si usa droit d” auteur. Probabilmente ti starai chiedendo quale sia la differenza tra i due. Anche in questo caso, dipende dalla lente con cui le guardi: le leggi anglosassoni che tutelano i diritti di un autore sulle sue opere artistiche, letterarie o scientifiche si chiamano copyright, mentre le leggi basate sul diritto napoleonico utilizzano il termine “diritti d ‘autore’, come nel caso delle leggi italiane e portoghesi, ad esempio. Vale la pena menzionare la particolarità della legge francese, che si chiama ‘proprietà letteraria e artistica’, escludendo apparentemente le opere scientifiche. In Spagna5i termini proprietà intellettuale, proprietà letteraria e artistica, diritti d” autore e copyright sono oggi considerati sinonimi.

Personalmente, farei attenzione anche al plurale del termine in spagnolo e direi “derechos de autor”, e non “derecho de autor”, poiché comprende due tipi di diritti per il proprietario di un “opera originale: i ‘diritti extra-patrimoniali’ o ‘diritti morali’, di natura inalienabile, irrinunciabile e in alcuni casi imprescrittibile e, dall” altro lato, i “diritti patrimoniali”, che comprendono i diritti di sfruttamento e di remunerazione.

Il copyright, accompagnato dal simbolo ©, è presente in tutti i tipi di pubblicazioni e di solito viene lasciato in inglese. Ad esempio: “È severamente vietato, senza l’autorizzazione scritta dei titolaridel copyright….“.

In conclusione, va sottolineato che la difficoltà di tradurre tutti questi termini è dovuta al fatto che i diritti di proprietà industriale e intellettuale sono soggetti a legislazioni nazionali diverse. I traduttori in generale, e più in particolare i traduttori delle varie istituzioni comunitarie e del Centro di traduzione, hanno l’importante compito di armonizzare questa terminologia.

1. Legge 11/86 sui brevetti e relativo regolamento di attuazione (Regio Decreto 2245/86 del 10 ottobre 1986).
2. Legge 32/98 del 10 novembre 1998 sui marchi (BOE del 12 novembre 1988).
3. Regolamento 40/94 del Consiglio del 20 dicembre 1993 che istituisce un marchio comunitario parallelo ai marchi nazionali.
4. Si vedano anche i commenti di Fernando López de Rego, Capo del Servizio Legale e Contenzioso dell’UAMI, nel numero 58 di PUNTOYCOMA.
5. Regio Decreto Legislativo 1/1996, del 12 aprile 1996, che approva il Testo Consolidato della Legge sulla Proprietà Intellettuale, regolarizzando, chiarendo e armonizzando le disposizioni legali vigenti in materia (BOE del 22 aprile 1996).


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